Reportage: Una bellissima visita nei sotterranei di Napoli

Qualche domenica fa io e la mia famiglia siamo andati a Napoli e abbiamo visitato la città sotterranea.

Abbiamo percorso molti gradini ripidi e siamo andati in stretti cunicoli tanto che abbiamo dovuto metterci come egiziani, cioè camminare lateralmente. Abbiamo goduto  della vista di molte cose belle.

Napoli Sotterranea nasce in epoca greca  come luogo di estrazione del tufo, poi, dal bisogno  dei cittadini  di avere un acquedotto, si trasforma. Si suppone che la struttura,  successivamente, negli anni del colera,  contribuì  alla diffusione della malattia  poiché si depositarono i rifiuti organici e le persone bevevano l’acqua delle condotte.

Le prime pozze create dai Napoletani erano solo per il popolo, ma dopo ne furono create  di piccole per le famiglie più ricche che avevano a disposizione un uomo che puliva   quotidianamente le cisterne:  il  pozzaro.

Durante la Seconda Guerra Mondiale fu rifugio antiaereo perché era facilmente raggiungibile da tutte le chiese avendo ingressi segreti in quei posti.

Abbiamo visto i giochi dei bambini utilizzati durante le lunghe ore di attesa della fine  dei bombardamenti.

Napoli Sotterranea forniva riparo agli scugnizzi. Questi coraggiosi bambini, al contrario delle credenze popolari, non rubavano ma   durante la guerra   smontavano i   pezzi di carro armato o le  armi dei  tedeschi. I nemici infatti   volevano uccidere tutti i napoletani fra i 18 e i 30 anni ma grazie a questi piccoli eroi Napoli fu salva.

Abbiamo visitato anche un teatro sotterraneo che era stato il luogo della messa in scena dell’Inferno dantesco: infatti, c’era una tomba di un’anima dannata, la barca di Caronte e la porta dell’inferno su cui avevano dimenticato di scrivere “lasciate ogni speranza voi che entrate”.

In questo periodo, Napoli Sotteranea ospita  una mostra dei  quadri di Santa Orsola in versione Rock e di San Sebastiano nella versione senza frecce; entrambi sono dipinti con  una ferita sul petto.  In San Sebastiano la ferita si vede di più.

Nel percorso  abbiamo anche visto una cantina in cui le  suore   facevano invecchiare il vino.

Gli studenti dell’Università di Napoli hanno provato a far crescere le piante dentro Napoli Sotterranea senza luce del sole e senza acqua data  l’enorme quantità di umidità presente nei cunicoli. Al posto della luce del sole hanno utilizzato la luce artificiale e le piante  crescono ma non sbocceranno mai i loro fiori.

 

 

 

 

 

 

C’era anche una coltivazione di basilico e altre spezie.

Risalendo i gradini con molta fatica, perché erano tantissimi e molto ripidi, siamo passati in superficie a visitare i resti di un teatro romano. I resti furono trovati dagli archeologi in casa di una signora quando avevano scoperto che i muri avevano una tipica fattura romana. La signora non rimase sorpresa poiché aveva visto gli stessi muri in cantina e andando a esaminare la cantina scoprirono l’opera architettonica. In un epoca successiva, purtroppo, gli spagnoli che  non conoscevano le culture antiche lo coprirono per costruire un nuovo quartiere.

É stato bellissimo! Spero possiate visitarla  anche voi.

Napoli sotterranea e l’antico teatro sono incantevoli.

Christopher Palmieri

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