Pearl Harbor: causa e occasione dell’entrata in guerra dell’America

Il 7 dicembre del 1941 una parte della flotta imperiale giapponese attaccò, e parzialmente distrusse, la “United States Pacific Fleet”, situata alle Hawaii, senza una dichiarazione di guerra, cosa che

Fece risvegliare un gigante assopito mettendogli in testa un desiderio di vendetta

come disse l’ammiraglio Yamamoto riguardo all’attacco ai danni dell’America. Ma cosa è successo davvero quel giorno?

All’incirca alle 07:30 una nave americana trovò e affondò con delle “bombe di profondità” un sottomarino non americano molto vicino all’entrata del porto. Alle 07:55 di mattina la prima ondata di 183 aerei giapponesi bombardò e rese inutilizzabili molti aerei americani, raggruppati per contrastare il sabotaggio. Nessun aereo americano rispose all’attacco. Successivamente, i velivoli giapponesi si riunirono a Pearl Harbor per bombardare e silurare le navi da guerra americane lì presenti (mancavano tutte le portaerei statunitensi). Una corazzata americana fu affondata e le altre furono danneggiate; diverse centinaia di aerei vennero distrutti e molte altre navi minori e sottomarini gravemente danneggiati. Dopo dieci minuti, altri 167 aerei giapponesi spiccarono il volo per raggiungere la prima ondata, ma incontrano la resistenza americana alle 08:54. Mezz’ora dopo l’inizio dell’attacco una bomba colpì il cacciatorpediniere Shaw in riparazione: i frammenti volarono per molti chilometri.

Esplosione di una bomba a Pearl Harbor
Fonte: https://www.storiologia.it/

Alla fine del conflitto, gli USA contarono 2433 morti e molte navi distrutte, mentre il Giappone contò soli 55 morti e un prigioniero, Kazuo Sakamaki.
Questi numeri furono il triste risultato dell’attacco a sorpresa giapponese a Pearl Harbor. Un attacco ben riuscito, che segnò l’ingresso dell’America nel conflitto mondiale.

Claudio Geronimo Scardigno 

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