Un percorso nella Memoria

Un percorso nella Memoria: è quello che quest’anno noi alunni delle classi 5C e 5D abbiamo affrontato, per ricordare ciò che è successo settantacinque anni fa, durante la seconda guerra mondiale, a causa dell‘Olocausto.

Il primo passo: abbiamo ascoltato un’intervista molto intensa alla senatrice a vita Liliana Segre, tra i pochi ebrei scampati alla morte ad Auschwitz: ha raccontato di aver subito le orrende conseguenze delle leggi razziali a soli otto anni e di essere stata, successivamente, deportata nei campi di concentramento dove ha vissuto delle esperienze terribili.

Il secondo passo: abbiamo visto da Rai Play un cartone animato dal titolo “La stella di Andra e Tati”,  due bambine ebree deportate a Birkenaw dopo essere state strappate alla loro famiglia e al loro cugino Sergio, poi morto a causa di alcuni esperimenti sul suo corpo. Tra le varie vicende, raccontano che dormivano su letti rigidi e freddi, che non erano stati fatti per i bambini e che, infine, sono state salvate da una guardia tedesca che le aveva prese a cuore. Oggi sono ancora vive.

Fonte: DeA Pianeta Libri

Il terzo passo: abbiamo anche analizzato la poesia scritta da Hanus Hachemburg, un bambino deportato a Terezin nel 1943, il cui testo recita:

Sono stato bambino tre anni fa. Allora sognavo altri mondi.

Dopo averla letta, ognuno di noi ha espresso il proprio parere: io penso che l’autore abbia scritto questi versi perché non è stato trattato da bambino e ha sofferto tantissimo.

Il quarto passo: abbiamo scoperto che il motto “Arbeit macht frei” ovvero“Il lavoro rende liberi”,  un’ insegna posta d’avanti al cancello dei lager, la prima cosa che i prigionieri vedevano quando arrivavano,  era un inganno per i deportati, che entravano serenamente pensando di dover solo lavorare per un po’ di tempo per poi essere liberati.

L’ultimo passo: abbiamo ascoltato la canzone “Gam Gam”, tratta  dall’ antico testamento della Bibbia.

Il suo testo dice:

Anche quando sarò avvolto nell’ oscurità                                                                                                                                            no, no, non temerò perché tu sei con me.                                                                                                                                           Il tuo bastone unico appoggio per me                                                                                                                                            consolazione verrà fino all’ ultimo dì                                                                                                                                              

Gli Ebrei, cantando questa canzone, si affidavano a Dio, chiedendogli di sostenerli e di liberarli dal dolore.

Grazie a questo lavoro ho conosciuto dei fatti storici molto tristi ma allo stesso tempo interessanti e ho capito che è importante parlarne perché non si ripetano più eventi simili.

Foto di bernswaelz da Pixabay

Christian Attolini

 

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