L’origine dei detti (parte settima)

In quest’ultimo articolo della rubrica sull’origine dei detti andremo a scoprire le origini di due modi di dire molto famosi e usati:

“A caval Donato non si guarda in bocca” e

“A buon intenditor poche parole”.

A caval Donato non si guarda in bocca

Questo è un detto che viene utilizzato per un regalo fatto ad una persona, la quale lo deve accettare a prescindere dal valore del contenuto, apprezzando il gesto. 

Come molti dei detti più utilizzati, questo deriva dall’epoca latina: ha origine dai tempi in cui i cavalli non avevano grande valore e coloro che erano interessati ad acquistare il cavallo (in alcuni casi asini) usavano controllarne la dentatura e l’interno della bocca stabilendo così l’età e lo stato di salute dell’animale.

La bocca di un cavallo. Foto di Perlenmuschel da Pixabay.

A buon intenditor poche parole

Questo detto, molto diffuso ancora oggi, viene utilizzato quando si parla con una persona che è solita recepire velocemente e non serve dilungarsi in discorsi inutili. Anche qui troviamo l’origine del detto nella letteratura latina, con la frase tratta da un’opera di Tacito “Dictum sapienti sat est” e cioè “Per il savio basta una parola”. Qui si fa riferimento al savio, termine antico per descrivere una persona dotata di buon senso, equilibrio intellettuale e spirituale. Questo detto veniva utilizzato molto dagli antichi romani e venne presentato nuovamente da Boccaccio nella sua opera più importante, il Decameron.

 

Alessandro Lazzari

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