Bufala e spam: l’origine delle parole più usate su Internet

Questa è una bufala…

Quante volte ci sarà capitato di pronunciare questa frase di fronte a notizie false o fake news, in particolar modo riferendoci a quelle storie, spesso costruite in maniera molto convincente, in cui è facile imbattersi sui social.

Come per tutti i termini che hanno un preciso significato (in questo caso il noto animale), ma che vengono utilizzati per indicare altro, c’è sempre una spiegazione che va ricercata nei dialetti regionali o addirittura nei modi di dire degli abitanti dell’Antica Roma, i Latini, dalla cui lingua deriva l’Italiano.

Nell’Antica Roma, infatti, i macellai poco onesti avevano l’abitudine di spacciare come carne di maiale o manzo, che erano considerate pregiate, della semplice carne di bufala molto più economica. Quando il malcapitato cliente se ne accorgeva, tornava urlando “Ma questa è una bufala!”. Questo modo di dire, naturalmente, è entrato nell’uso comune del dialetto romanesco, dove spesso viene utilizzata l’espressione “arifilà ‘na bufala”, cioè rifilare una fregatura.
L’Accademia della Crusca, invece, fornisce un’altra spiegazione sempre legata all’inconsapevole bovino in questione da sempre considerato docile, poco resistente e facilmente raggirabile. Anticamente ai bufali venivano attaccati degli anelli di metallo al naso, tramite i quali venivano poi legati e trainati per essere portati al macello.
Quindi “tirare qualcuno per il naso” significa, appunto, raggirarlo.

Esemplare di bufalo. Foto di Pexels da Pixabay.

E poi attenti allo Spam…

Un altro vocabolo legato al mondo dei social è Spam, da cui deriva il verbo ormai usato frequentemente “spammare”, cioè inviare una grande quantità di messaggi pubblicitari, spesso truffaldini, attraverso la posta elettronica, senza che chi li riceve li abbia richiesti. 

La parola Spam in realtà è un acronimo derivato dalla contrazione di due parole inglesi: “Spiced” e “Ham” , cioè carne speziata. Spiced ham, infatti, era il marchio di una nota carne di maiale con spezie, pressata in una scatola rettangolare di latta, dal costo contenuto, molto diffusa e conosciuta negli anni ’50 negli Stati Uniti ma che, in realtà, era una rielaborazione della carne in scatola che veniva data in dotazione ai soldati americani durante la Seconda Guerra Mondiale. 

SPAM. Foto di tesatool0 da Pixabay.

Negli anni ’70, divenne molto famoso uno spot pubblicitario in cui due famosi comici, i Monty Python, entravano in una locanda, chiedendo cosa offrisse la casa e veniva loro proposta una serie di piatti, dall’antipasto al dolce, tutti contenenti la spam. I due malcapitati non la gradivano ma questa veniva loro proposta comunque e incessantemente, esattamente come le mail indesiderate che riceviamo nella nostra posta elettronica, appunto…spam!

 

 

 

 

 

 

 

Alessandro Lazzari

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